Allo stato attuale ci troviamo ad affrontare una crisi energetica ed una crisi ambientale.
In ogni caso la nostra civiltà non è la prima che è stata costretta ad affrontare una crisi energetica, infatti l'energia ha avuto un ruolo importante nell'ascesa e nella caduta di tutte le civiltà precedenti.
La vulnerabilità della nostra società è particolarmente elevata a causa di una infrastruttura energetica molto centralizzata e gerarchizzata, e alla struttura economica che ne deriva, creata per gestire un regime energetico fondato sui combustibili fossili.
L'era dei combustibili fossili è infatti caratterizzata da un modello organizzativo verticistico, reso necessario dalle difficoltà legate alla scoperta e allo sfruttamento delle varie forme di energia. Gli enormi costi associati alla lavorazione del carbone, del petrolio e del gas naturale richiedono, infatti, ingenti investimenti di capitale e portano alla formazione di colossali imprese energetiche. La necessità di gestire flussi e densità crescenti di scambi incentiva la formazione di imprese fortemente centralizzate e gerarchizzate. Oggi meno di cinquecento aziende globali controllano la maggior parte dell'attività economica del pianeta.
La globalizzazione rappresenta lo stadio finale di quest'era, è il processo dinamico che caratterizza il nostro tempo.
Il petrolio ha anche reso più veloce la vita economica.
Possiamo considerare due elementi che avranno un ruolo fondamentale nel futuro.
Il primo elemento è il momento in cui la produzione mondiale di petrolio raggiungerà il picco, la quasi totalità delle riserve petrolifere mondiali ancora sfruttabili sarà nelle mani di alcuni paesi musulmani, con un conseguente potenziale pericolo per l'attuale equilibrio di potere nel mondo.
Il secondo elemento è il raggiungimento del picco oltre che del petrolio anche del gas naturale, questo fatto coglierà il mondo impreparato.
Se ipoteticamente, nel prossimo decennio, la produzione mondiale di petrolio raggiungesse il picco, e se subito dopo facesse altrettanto quella di gas naturale, si potrebbe innescare una catena di eventi che rischierebbe di distruggere il nostro stile di vita industriale; infatti in uno scenario di questo tipo, gli Stati e le Aziende Energetiche si troverebbero costrette, per produrre energia, a sfruttare idrocarburi meno puliti, come carbone, olio combustibile e sabbie bituminose, e questo fatto comporterebbe un ulteriore incremento delle emissioni di CO2 nell'atmosfera e, di conseguenza, un surriscaldamento della terra superiore alla già preoccupante stima di un valore oscillante tra 1,5 e 5,8°C da qui alla fine del ventiduesimo secolo, con delle ricadute sulla biosfera ancor più devastanti di quelle già previste.
I combustibili fossili che la nostra civiltà sta utilizzando (ormai da molti anni) come fonte energetica, producono elevate emissioni di CO2 , che è il principale gas ad effetto serra e, quindi, concorre all'innalzamento della temperatura terrestre.
Dall'inizio dell'era industriale ad oggi abbiamo iniziato il cammino verso la nostra fine, se non smettiamo di inquinare l'ambiente si modificherà a tal punto da non essere più idoneo alla sopravvivenza degli esseri viventi.