Paesi aderenti

Nella mappa sottostante viene mostrata l'adesione dei vari paesi al Protocollo di Kyõto riferita al febbraio 2009.

Mappa che mostra l'adesione dei vari paesi al Protocollo di Kyõto riferita al febbraio 2009

In verde gli stati che hanno firmato e ratificato il trattato mentre in rosso gli stati che non l'hanno ancora ratificato.
Gli Stati Uniti inizialmente hanno firmato ma successivamente hanno rifiutato di ratificare il trattato.
Nel novembre 2001 si tenne la Conferenza di Marrakech, settima sessione della Conferenza delle Parti, in questa sede 40 paesi sottoscrissero il Protocollo di Kyõto.

Due anni dopo, più di 120 paesi avevano aderito al trattato, fino all'adesione e ratifica della Russia nel 2004, considerata importante poiché questo paese produce da solo il 17,6% delle emissioni.
Ad Ottobre 2009 gli stati che hanno aderito e ratificato il protocollo risultano 184.

Per quanto riguarda i paesi in via di sviluppo, al fine di non ostacolare la loro crescita economica frapponendovi oneri per essi particolarmente gravosi, non sono stati invitati a ridurre le loro emissioni.
L'Australia, che aveva firmato ma non ratificato il protocollo, lo ha ratificato il 2 dicembre 2007.

Paesi non aderenti

Tra i paesi non aderenti figurano gli USA, cioè i responsabili del 36,2% del totale delle emissioni (annuncio del marzo 2001).
In principio, il presidente Bill Clinton aveva firmato il Protocollo durante gli ultimi mesi del suo mandato, ma George W. Bush, poco tempo dopo il suo insediamento alla Casa Bianca, ritirò l'adesione inizialmente sottoscritta.

Alcuni stati e grandi municipalità americane, come Chicago e Los Angeles, stanno studiando la possibilità di emettere provvedimenti che permettano a livello locale di applicare il trattato.
Anche se il provvedimento riguardasse solo una parte del paese, non sarebbe un evento insignificante, infatti regioni come il New England, da sole, producono tanto biossido di carbonio quanto un grande paese industrializzato europeo come la Germania.
L'India e la Cina, che hanno ratificato il protocollo, non sono tenute a ridurre le emissioni di anidride carbonica nel quadro del presente accordo, nonostante la loro popolazione relativamente grande.

Infatti Cina, India e altri paesi in via di sviluppo sono stati esonerati dagli obblighi del protocollo di Kyõto perché essi non sono stati tra i principali responsabili delle emissioni di gas serra durante il periodo di industrializzazione che si crede stia provocando oggi il cambiamento climatico.
I paesi non aderenti sono responsabili del 40% della emissione mondiale di gas serra.

Per raggiungere l'obiettivo della riduzione della emissione di inquinanti, il Protocollo propone una serie di mezzi di azione:

Almeno un anno prima del primo periodo di impegno, gli Stati contraenti istituiscono un sistema nazionale di stima delle emissioni di origine umana e dell'assorbimento dai pozzi di tutti i gas ad effetto serra (non inclusi nel Protocollo di Montreal3).
Una delle ultime relazioni della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio constata che i paesi dell'Unione Europea hanno rispettato gli obiettivi fissati dal protocollo di Kyõto.

Le loro emissioni di gas a effetto serra sono diminuite del 12,5% rispetto ai livelli del 1990 (anno di riferimento), mentre la crescita economica non ha subito rallentamenti. Nel periodo 1990−2007, la Commissione ha registrato una diminuzione delle emissioni pari al:

  1. 7% nel settore dell'energia;
  2. 11% nei processi industriali (produzione di acido adipico, alocarburi ed esafluoruro di zolfo);
  3. 11% nell'agricoltura (diminuzione dei capi di bestiame allevati e minor utilizzo di fertilizzanti minerali e di effluenti organici);
  4. 39% nel settore dei rifiuti (emissioni di metano prodotte dalle discariche controllate). Tuttavia, la Commissione nota un aumento delle emissioni nel settore dei trasporti pari al 24%.

Gli obiettivi di Kyõto sono stati raggiunti grazie all'attuazione del programma europeo per il cambiamento climatico (ECCP) e del sistema comunitario di scambio delle quote di emissione.
L'Unione Europea ha adottato una nuova strategia sui cambiamenti climatici.

Nuove misure sono state adottate a favore del clima e dell'energia per quanto riguarda:

Altre misure hanno contribuito alla riduzione delle emissioni, in particolare l'adozione della direttiva 2008/101/CE relativa al settore dell'aviazione e la direttiva 2009/33/CE relativa al trasporto su strada.
Misure supplementari saranno necessarie per raggiungere una riduzione almeno del 20% delle emissioni a effetto serra nell'UE.

Nota:
3Il protocollo di Montreal è un trattato internazionale volto a ridurre la produzione e l'uso di quelle sostanze che minacciano lo strato di ozono, firmato il 16 settembre 1987, entrato in vigore il 1 gennaio 1989 e sottoposto alle revisioni del 1990 (Londra), 1992 (Copenaghen), 1995 (Vienna), 1997 (Montreal) e 1999 (Pechino). (Ritorna)