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Carta di Aalborg

La Carta delle Città Europee per uno sviluppo durevole e sostenibile, nota anche come Carta di Aalborg (Danimarca) sottoscritta nel 1994, è un documento firmato inizialmente da 80 Amministrazioni Locali europee e da 253 rappresentanti di organizzazioni internazionali, governi nazionali, istituti scientifici, consulenti e singoli cittadini.
Nella carta sono rispecchiate le idee ed il contributo redazionale di partecipanti diversi.

Si sviluppa essenzialmente in tre parti, che definiscono rispettivamente:

  1. La cosiddetta Dichiarazione di principio: le città europee per un modello urbano sostenibile;
  2. La Campagna delle città europee sostenibili;
  3. L'impegno nel processo d'attuazione dell'Agenda 21 a livello locale: i piani locali d'azione per un modello urbano sostenibile.

Segna il punto di svolta nella percezione del problema ambientale da parte delle PPAA.

Ora andiamo a vedere sinteticamente il contenuto della Carta:
Nella prima parte della Carta vengono definite le famiglie, le collettività locali e le città come l'elemento fondamentale delle società e degli Stati, ed esse vanno a costituire i centri in cui si sono sviluppati l'industria, l'artigianato, il commercio, l'istruzione e l'amministrazione. Sempre in questa parte della Carta si nota una presa di coscienza del degrado ambientale, infatti si ritiene che il cammino dell'uomo, dagli albori fino ad oggi, sia responsabile di tale degrado, soprattutto attraverso l'attuale stile di vita urbano ed in particolare ai modelli di divisione del lavoro e delle funzioni, degli usi territoriali, dei trasporti, della produzione industriale e agricola, del consumo e delle attività ricreative.
Ciò assume particolare rilievo se si tiene presente che l'80% della popolazione europea vive in aree urbane.

Si ritiene che gli attuali livelli di sfruttamento delle risorse dei paesi industrializzati, non possano essere raggiunti dall'intera popolazione esistente nel mondo, e tantomeno dalle generazioni future, senza distruggere il capitale naturale. Si è convinti dell'impossibilità di arrivare ad un modello di vita sostenibile, in assenza di collettività locali che si ispirino ai principi della sostenibilità. L'amministrazione locale si colloca ad un livello prossimo a quello in cui vengono percepiti i problemi ambientali ed il più vicino ai cittadini, e condivide a tutti i livelli, con i governi, la responsabilità del benessere dei cittadini e della conservazione della natura, pertanto le città svolgono un ruolo fondamentale nel processo di cambiamento degli stili di vita e dei modelli di produzione, di consumo e di utilizzo degli spazi.
Nella Carta per sostenibilità ambientale si intende la conservazione del capitale naturale, quindi della biodiversità, della salute umana e delle qualità dell'atmosfera, dell'acqua e dei suoli, a livelli sufficienti a sostenere nel tempo la vita ed il benessere degli esseri umani, nonché degli animali e dei vegetali.
Si riconosce, in pratica, che il capitale di risorse naturali rischia di diventare il fattore limitante dello sviluppo economico, e che pertanto è necessario investire in questo capitale. Inoltre vengono definiti alcuni campi di intervento, quali la mobilità e l'incentivazione all'utilizzo delle fonti rinnovabili di energia.
Si ritiene in particolare necessario, anzi fondamentale, in quanto si tratta di un problema di tutti, l'utilizzo dello strumento Agenda 21 locale, in grado di coinvolgere il maggior numero di cittadini, nonché l'utilizzo coordinato, con la partecipazione dei cittadini, di strumenti tecnici e politici per attuare un approccio alla gestione urbana che tenga conto del degrado degli ecosistemi. Per ultimo si ritengono importanti le attività decisionali e di controllo, tramite i sistemi di monitoraggio ambientale e di valutazione degli impatti, nonché le attività relative alla contabilità, al bilancio, alla revisione ed all'informazione, ai diversi tipi di indicatori, compresi quelli relativi alla qualità dell'ambiente urbano, ai flussi urbani, ai modelli urbani ed, ancor più importante, agli indicatori di sostenibilità dei sistemi urbani.

Nella seconda parte viene stabilito che le città europee firmatarie della Carta, si devono muovere di concerto verso un modello sostenibile, grazie ad un processo di apprendimento basato sull'esperienza e sugli esempi locali che hanno dato risultati positivi (riuso). Si devono inoltre stimolare a vicenda adottando piani di azione di lungo periodo a livello locale (programmi locali dell'Agenda 21), rafforzando, a tal fine, la cooperazione tra gli enti locali ed inserendo tale processo nel quadro degli interventi dell'Unione Europea a favore dell'ambiente urbano.
Nella terza ed ultima parte viene ribadita l'importanza nei piani locali, da parte delle varie città europee firmatarie della carta, dell'utilizzo dello strumento dell'Agenda 21 locale, soprattutto per quanto riguarda gli interventi a difesa dell'ambiente.