Prima di descrivere come avviene il controllo dell'aria è importante sapere quali sono gli enti coinvolti nella gestione del monitoraggio.
In Italia la qualità dell'aria viene normalmente controllata tramite sistemi di monitoraggio organizzati a livello regionale e gestiti dalle Agenzie Regionali per la Protezione Ambientale (ARPA).
I sistemi regionali sono composti da reti provinciali pubbliche e da reti private normalmente realizzate in prossimità dei poli industriali e gestite dalle ditte stesse. Le reti private integrano i dati rilevati da quelle pubbliche.
La gestione operativa delle stazioni di monitoraggio, la raccolta e la validazione dei dati è effettuata dai Centri Operativi Provinciali (COR), costituiti presso le sedi provinciali delle ARPA.
Le Regioni hanno la funzione di coordinamento dell'intero sistema, finalizzato alla programmazione della tutela e del risanamento della qualità dell'aria.
L'organizzazione dei dati a livello nazionale viene effettuata dall'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), sia per rispondere alle richieste di informazioni previste dalla normativa europea (trasmissione annuale delle informazioni all'Unione Europea e alimentazione della banca dati Airbase dell'Agenzia Europea per l'Ambiente), che per costituire un sistema conoscitivo utile a valutare lo stato dell'ambiente nazionale.
Alcuni gestori delle reti di monitoraggio rendono disponibili, attraverso propri siti web, diverse informazioni sulla qualità dell'aria a livello locale.
Per monitorare gli inquinanti presenti nell'aria si rendono necessari diversi passaggi:
Per quanto riguarda la valutazione della qualità dell'aria, il Decreto Ministeriale n°60 del 02/04/2002 stabilisce per biossido di zolfo, biossido di azoto, ossidi di azoto, materiale particolato, benzene e monossido di carbonio, i seguenti criteri:
Tabella Limiti di Legge Inquinanti (D.Lgs. 152/2006) ( , ).
Tabella Nuovi Limiti di Legge Inquinanti (D.Lgs. 155/2010) ( , ).