Il monossido di carbonio (CO) è l'inquinante gassoso più abbondante in atmosfera.
È un gas inodore ed incolore e viene generato dalla combustione incompleta di gas naturali, propano, carburanti, benzine, carbone e legna, quando la quantità di ossigeno a disposizione è insufficiente.
Le fonti di emissione di questo inquinante sono sia di tipo naturale che di tipo antropico, in natura il CO viene prodotto in seguito ad incendi, eruzioni dei vulcani ed emissioni da oceani e paludi, mentre l'apporto antropico è rappresentato dal traffico veicolare (circa l'80% delle emissioni a livello mondiale), soprattutto dai gas di scarico dei veicoli a benzina (in particolare quelli non dotati di marmitta catalitica), dalla combustione della legna per il riscaldamento civile e dalle attività industriali come la produzione di ghisa ed acciaio, la raffinazione del petrolio, la lavorazione del legno e della carta.
Di conseguenza, il CO è diffuso soprattutto nelle aree urbane dove sono maggiormente diffuse queste attività.
La concentrazione di CO emessa dagli scarichi dei veicoli è strettamente connessa alle condizioni di funzionamento del motore, infatti si registrano concentrazioni più elevate con motore al minimo ed in fase di decelerazione, che sono le condizioni tipiche del traffico urbano intenso e rallentato.
Il biossido di carbonio (CO2), a temperatura ed a pressione ambiente, è un gas incolore ed inodore, allo stato solido è comunemente chiamato "ghiaccio secco", ed ha numerose applicazioni in questa forma. Sublima ad una temperatura di −78 °C.
Il contributo principale di CO2 è riconducibile al settore di produzione energia e trasformazione combustibili ed ai processi di combustione industriali e civili.
Il monossido di carbonio come il biossido di carbonio è analizzato mediante assorbimento di radiazioni infrarosse (IR).
La tecnica di misura si basa sull'assorbimento, da parte delle molecole di CO, di radiazioni IR con conseguente variazione della loro intensità, che risulta proporzionale alla concentrazione del monossido di carbonio.
Un sensore misura la variazione della radiazione luminosa e converte questo valore fornendo la concentrazione di CO presente nell'aria.
L'unità di misura con la quale si esprimono le concentrazioni di monossido di carbonio è il milligrammo al metro cubo (mg/m3).
Il monossido di carbonio ha la proprietà di fissarsi all'emoglobina del sangue, impedendo il normale trasporto dell'ossigeno nelle varie parti del corpo.
Gli organi più colpiti sono il sistema nervoso centrale ed il sistema cardio−vascolare, soprattutto nelle persone affette da cardiopatie.
Concentrazioni elevatissime di CO possono anche condurre alla morte per asfissia.
Alle concentrazioni abitualmente rilevabili nell'atmosfera urbana, tuttavia, gli effetti sulla salute sono reversibili e sicuramente meno acuti. Gli effetti nocivi del CO sono amplificati nei fumatori.
La CO2 è uno dei principali composti gassosi che va ad incrementare l'effetto serra, contribuendo all'aumento della temperatura media del pianeta.
Il monossido di carbonio ha avuto, negli ultimi vent'anni, un nettissimo calo delle concentrazioni grazie al progressivo sviluppo della tecnologia dei motori, che ha contrastato il fenomeno contrario legato all'aumento del numero di autoveicoli circolanti e quindi all'aumento delle fonti emissive.
Ulteriori miglioramenti si potranno ottenere quando le auto a benzina non catalizzate saranno completamente sostitute con veicoli dotati di marmitta catalitica.
L'emissione di CO2, al contrario, è in continua crescita.